Sorpresa per gli utenti Apple: l’azienda ha adeguato nuovamente i prezzi dei contenuti di App Store.

Una novità relativa alle condizioni di vendita di App Store farà presto parlare gli utenti: in queste ore, infatti, ci si è accorti che i prezzi delle applicazioni e dei vari contenuti disponibili al download stanno cambiando.
Solo qualche giorno fa è circolata l’indiscrezione secondo la quale gli sviluppatori di applicazioni studiate per dispositivi iOS avrebbero ricevuto una mail ufficiale firmata da Tim Cook, nella quale si parla di un repentino adeguamento di prezzi.
Mentre ancora si cercava di capire se l’anticipazione avesse fondamento e se la mail fosse un documento originale e veritiero, ecco che le cifre per l’acquisto di app sono effettivamente cambiate.
Almeno per quanto riguarda le piattaforme europee di App Store, infatti, i prezzi sono stati rialzati.
La differenza è particolarmente evidente per tutte quelle app che sono vendute al prezzo minimo: si passa infatti dagli 89 centesimi validi fino a poco fa, agli attuali 99 centesimi.
Sembra che i vertici Apple abbiamo deciso di imporre un aumento generalizzato dei prezzi su App Store in virtù delle mutate condizioni economiche vigenti.
Si parla infatti di tasse di vario genere al rialzo e di tassi di cambio sfavorevoli che vedono al momento l’Euro più debole.
Nel caso dell’Italia, ad esempio, è soprattutto il peso dell’IVA a giocare a sfavore del contenimento dei prezzi: la tassa al 22% segna una forte differenza rispetto alla tassazione del Lussemburgo, attestata sul 15%.
Fredde percentuali che però vanno ad incidere in maniera reale e diretta sulle tasche degli utilizzatori di terminali della Apple.
C’è da sottolineare il fatto che in generale l’azienda di Cupertino difficilmente propone molti cambiamenti in tal senso: basti pensare che questo aumento dei prezzi è solo il secondo caso sin dal 2008. L’ultima volta, per quanto riguarda la piattaforma italiana, è accaduto più di due anni fa e – per la precisione – a fine ottobre 2012.
La manovra, dunque, non appare come una prassi reiterata e consolidata, almeno fino ad oggi.
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