Nonciclopedia chiude o, almeno, non è più consultabile: dopo una denuncia sporta dai legali di Vasco Rossi per diffamazione, il sito ha serrato le sue pagine. La notizia è ancora molto presente su Twitter, dopo la protesta è salita, tra ironia e vero sdegno.

Nonciclopedia ha chiuso… Anzi no: il sito “parodia” di Wikipedia è entrato in sciopero, come è possibile notare recandosi sulla homepage dello stesso sito.
Da questa mattina le sue pagine interne non sono più consultabili a causa di una vicenda giudiziaria ben lungi dall’essersi conclusa ma, al contrario, nel bel mezzo del suo svolgimento.
A quanto pare Vasco Rossi, o per meglio dire il pool dei suoi legali, circa un anno e mezzo fa avrebbe chiesto la rimozione delle pagine riguardanti proprio il Blasco. Il motivo: la descrizione di Vasco Rossi offerta da Nonciclopedia – un sito che fa sfacciata ironia su tutto e tutti – è stata vista dal cantautore come diffamazione e non come satira.
Sulla homepage da qualche ora, invece che di chiusura come inizialmente annunciato, si parla di “sciopero“. E’ infatti possibile leggere “Nonciclopedia sciopera a tempo indeterminato per colpa di quelle persone che si prendono troppo sul serio. Un sentito ringraziamento a VASCO ROSSI e il suoi avvolt… avvocati.“
Un ulteriore messaggio ai lettori è spuntato da pochissimo: “Attenzione: come se non bastasse, stiamo anche avendo dei problemi col nostro host, Wikia, che ci sta impedendo di fare il nostro sciopero riportando tutto alla normalità, vi terremo aggiornati.”
La rete si è espressa ampiamente sulla questione, sollevando una vera e propria ondata di pareri su Twitter: non a caso il termine più twittato in Italia oggi è un poco elegante “vascomerda”; il chè la dice lunga sul sentimento che serpeggia in queste ore sul web rispetto a questa vicenda.
Arriva tuttavia la replica della portavoce di Vasco Rossi, Tania Sachs, che spiega che il cantante non ha richiesto la chiusura del sito ma che questa è stata una decisione presa in autonomia dai proprietari di Nonciclopedia, probabilmente in seguito al fatto che il magistrato che sta seguendo la questione ha fatto sapere alle parti in causa che effettivamente si possono configurare gli estremi per parlare di reato di diffamazione.
La rete non perdona a Vasco un gesto che è stato interpretato come censura, soprattutto a fronte della nuova identità digitale e social di Vasco che, sulla sua pagina di Facebook, ha abituato fan e osservatori ai suoi clippini zeppi di opinioni personali.
Anche in questo caso nei giorni scorsi è montata la protesta di associazioni di consumatori e persino di alcuni medici, all’indomani di alcune dichiarazioni di Vasco circa l’uso di droghe leggere e circa la sua visione della vita con un tumore.
Vasco ha respinto le accuse al mittente, specificando che si trattava solo di opinioni personali e non di dictat o di istigazioni verso il pubblico.
Insomma, il web da una parte è un mezzo per Vasco, dall’altro è stata fonte di fastidio, viste le beghe con Nonciclopedia.
La vicenda finirà in tribunale? Nonciclopedia riaprirà eliminando semplicemente le pagine relative a Vasco? Sicuramente non mancheranno sviluppi nei prossimi giorni.
Commenta per primo