Una class action che mira a capirne di più e ad eliminare i cookie traccianti di Facebook. Ancora una volta è la tematica della privacy sul social network a preoccupare gli utenti.

La scoperta dell’esistenza di cookie traccianti di Facebook ha scatenato molte polemiche circa la questione privacy, argomento delicato che più volte ha richiamato all’ordine il papà dei social network.
Se già la nuova Timeline di Facebook ha fatto storcere il naso a coloro i quali temono un’imprevista esposizione dei propri dati verso altri utenti, a corredo arrivano notizie che – c’è da scommetterci – daranno qualche grattacapo a Zuckerberg: negli Stati Uniti è stato avviato un procedimento di verifica – operato dalla Federal Trade Commission – circa il funzionamento di questi cookie permanenti che resterebbero attivi sul pc, anche dopo aver fatto logout dalle pagine Facebook.
Questo “espediente tecnico” che manda il concetto di privacy online a farsi benedire, è stato smascherato da Nik Cubrilovic, ricercatore che ne ha parlato sul suo blog portando alla luce qualcosa che ai più non sarebbe balzato all’occhio.
Sempre negli Stati Uniti, è notizia fresca l’avvio della class action promossa da Perrin Aikens Davis, un cittadino dell’Illinois che ha depositato la sua denuncia contro Facebook presso la corte di San Diego, accusando il social network di frode informatica e di violazione delle leggi federali sulle intercettazioni.
Anche in Europa questa “allegra” gestione dei cookie traccianti non è stata affatto gradita, così l’ente no profit irlandese “Europe versus Facebook” ha deciso di rivolgersi ufficialmente alla Commissione europea che vigila e dispone in materia.
Facebook non è stato solo a guardare: occorre infatti dire che – dopo la segnalazione di Cubrilovic – è stato fatto sapere che il cookie contenente l’ID utente è stato del tutto rimosso. Cosa significa tutto questo all’atto pratico? Vuol dire che – una volta effettuato il logout – il contenuto delle sessioni di navigazione non è più correlabile alla determinata persona.
I procedimenti e le indagini sono comunque in atto e probabilmente nei prossimi mesi si capiranno più dettagli e finalità circa la tracciatura effettuata da Facebook tramite i cookie.
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