Facebook ha annunciato l’arrivo della sua moneta ufficiale: si chiama Facebook Credits e sarà spendibile su Facebook.

Facebook Credits, la moneta ufficiale di Facebook, sarà resa obbligatoria a partire dal 1° luglio 2011 e troverà, almeno inizialmente, la sua maggiore applicazione nell’acquisto di giochi su Facebook.
Dopo aver creato in molti utenti una vera e propria dipendenza, i micro-games su Facebook diventeranno dunque una fonte di guadagno vera e proria, principalmente per Facebook stesso.
Per avere a dispozione i Facebook Credits, gli iscritti dovranno effettuarne l’acquisto tramite transazioni con carta di credito, PayPal o via cellulare. La moneta di Facebook sarà pur virtuale ma per ottenerla bisognerà versare soldi reali e per la precisione il cambio ufficializzato è di 1 dollaro = 10 credits.
A questo punto si potrà giocare liberamente e in questo modo il 70% degli introiti andrà nelle casse degli sviluppatori, mentre il restante 30% finirà sul conto di Facebook. Inutile sottolineare che non tutti gli sviluppatori hanno mostrato entusiasmo per questa suddivisione praticamente obbligata dei proventi, reputando la fetta spettante a Facebook troppo ampia. Le trattative sono attualmente in corso, in vista di accordi da rendere effettivi appunto entro luglio. Una cosa oggi appare chiara: per continuare a poter distribuire i propri giochi su Facebook bisognerà sottostare alle condizioni del “padrone di casa”.
La moneta virtuale sul social network non è certo una novità visto che già ora vengono utilizzati strumenti simili, tuttavia il fatto che verrà resa obbligatoria il 1° luglio 2011 ne fa un vincolo inamovibile anzitutto per gli sviluppatori che, se vorranno continuare a lavorare tramite Facebook, dovranno utilizzare per forza questo sistema di pagamento.
Con i Facebook Credits andranno dunque a scemare via via anche gemme e dobloni attualmente utilizzati, per creare così un unico sistema di pagamento virtuale.
Tutto ciò lascia presagire nuovi sbocchi per monetizzare all’interno di Facebook: che sia la strada verso la commercializzazione anche di altri beni e servizi in pieno spirito e-commerce?
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